E' questa probabilmente l’immagine più antica che si conserva di San Bruno ed è anche quella che ha fatto da prototipo alle rappresentazioni seguenti. E' la pala laterale destra di un trittico, documentato già a partire dal XV secolo, ma sicuramente molto più antico, conservato nella cattedrale di Segni. La tavola centrale raffigura il Cristo Salvatore seduto in trono, a questa tavola erano imperniate a mo’ di sportelli due tavole laterali raffiguranti la vergine Maria e il vescovo Bruno. Il santo è dipinto con gli abiti pontificali e indossa la mitria episcopale. Con la mano sinistra sorregge il pastorale e nella destra tiene un libro prezioso con copertina rossa a fregi dorati e sigilli. L’immagine è particolareggiata e preziosa. Le vesti sono molto rifinite e orlate di oro, curato è il panneggio dei paramenti liturgici, come anche finemente decorato il riccio del bastone pastorale. Il volto di Bruno è grave, circoscritto da una fluente barba ancora scura, lo sguardo è intenso e penetrante, rivolto alla rappresentazione centrale del Cristo in trono, l’aspetto è quello di un uomo adulto e non denota segni di invecchiamento. L’immagine di Bruno, come quella di Maria, ha sullo sfondo dei motivi architettonici che forse riproducono quello che doveva essere lo stile della precedente cattedrale, nella quale il trittico era originariamente collocato. Nella parte inferiore della tavola è raffigurato lo stemma della cittadina e l’aquila col volo abbassato, scaccata d'oro e di nero, della famiglia dei Conti di Segni le cui origini risalgono all’XI secolo e che forse è stata la committente dell'opera.
L'affresco del Baldi rappresenta un miracolo che viene ricordato nella Vita Sancti Brunonis dell'Anonimo segnino. Il giovane vescovo Bruno celebra la Messa nel castello di Vicoli dove è tenuto prigioniero dal conte Ainulfo. Una donna posseduta dal demonio viene liberata bevendo l’acqua utilizzata per il lavabo della celebrazione.
L'affresco è opera del pittore Lazzaro Baldi (Pistoia, 1624 – Roma, 1703) ed occupa la parete destra della cappella di San Bruno nella Cattedrale di Segni.
San Bruno discute con Berengario, alla presenza di Gregorio VII, sul mistero della transustanziazione eucaristica nel Sinodo Romano del febbraio 1079. Bruno è ancora canonico della cattedrale di Siena e sulla destra, in posizione preminente, è raffigurato un cardinale seduto che lo guarda ammirato, è probabilmente Pietro Igneo che lo volle con sé e lo portò a Roma per presentarlo a Gregorio VII. Fu colui che in qualche modo sostenne la sua candidatura alla sede episcopale di Segni e lo accompagnò per la prima volta nella cittadina perché fosse eletto dai canonici. Con Bruno rimase sempre amico e poiché lo stimava molto, gli chiese con insistenza di comporre dei commentari biblici per la sua chiesa di Albano.
L'affresco è opera del pittore Lazzaro Baldi (Pistoia, 1624 – Roma, 1703) ed occupa la parete sinistra della cappella di San Bruno nella Cattedrale di Segni.